La chiesa dei misteri.
Rennes le Chateau: “Terribilis est locus iste” (questo luogo è terribile). La scritta sul portale della chiesa mi lascia alquanto interdetto, ma quando abbassando lo sguardo vedo sul portone, a sinistra, una scultura del demone Asmoideo che sorregge la pila dell’acqua santa, un orribile ghigno sul volto, gli occhi di un intenso turchese che quasi gli escono dalle orbite, mi sento veramente inquieto. Devo confessare che nel varcare la soglia un brivido freddo mi percorre la schiena, come se stessi varcando la soglia del tempio di qualche setta satanica. Asmoideo, il guardiano dell’Ingresso, è colui che in molti riti iniziatici ostacola l’entrata del candidato al tempio.
Sono a Rennes-le-Chateau, paesino di un centinaio di anime appollaiato sulla cima di una collinetta di quattrocento metri di altezza, nella regione francese di Languedoc-Rossellòn. E se i misteri ti intrigano, è qui che dovresti venire, perché ne incontrerai parecchi.
Rennes le chateau
Separare i fatti dalle leggende non è facile, neppure in questo caso anche se il mistero non rimonta al passato remoto, ma “solo” al 1890. Quando il parroco Francois Beringer Sauniere che sino ad allora era vissuto in povertà, incomincia a restaurare la chiesa del paese, dedicata a Santa Maria Maddalena. Durante i lavori di restauro pare che egli trovasse due pergamene nascoste in uno dei pilastri dell’altare. In una di esse apparirebbe l’albero genealogico della dinastia merovingia che la fa rimontare addirittura a Gesù. Scoperta, se vera, decisamente “pericolosa” per la Chiesa perché significherebbe che Gesù ebbe discendenza.
Il tenore di vita del parroco cambia di colpo. Fa ripetuti viaggi a Budapest e a Parigi dove, fra l’altro, al Louvre compra le copie di tre famosi quadri. Fa costruire una torre in stile neogotico, la Maddalena, dalla quale si vede una grotta localizzata a 2 chilometri da Rennes, conosciuta come grotta della Maddalena e nella quale sono incisi simboli arcani. Tale grotta appare in uno dei tre quadri comprati al Louvre, ed è dipinta anche sul retablo della chiesa.
L’abbè Sauniere si fa costruire anche una villa, Bethania, nella quale riceve personaggi illustri come l’Arciduca d’Austria Johann Von Habsburg, il viceministro francese alla cultura Etienne Dujardin Beaumetz, la cantante d’opera Emma Calvè, e probabilmente Debussy, Jules Verne, Maurice Leblanc (l’autore di Arsenio Lupin). Si racconta che Sauniere e la sua governante-amante Marie Denaruaud, scavassero di notte nel cimitero a fianco della chiesa, dove avrebbero trovato, sotto la tomba di una nobildonna, vedova dell’ultimo signorotto feudale, un grande tesoro. Sulla lapide di questa tomba sono incise le parole “Et in Arcadia Ego”, e non è sicuramente semplice coincidenza che uno dei quadri acquistati dal parroco al Louvre, “Les Bergiers d’Arcadie” di Poussin, rappresenti alcuni pastori che indicano un’iscrizione su una tomba: “Et in Arcadia Ego”.
Da dove viene l’improvvisa ricchezza di Sauniere? Un tesoro visigoto? Dei Catari? O forse dei Templari? Tutti essi sono passati di qua, e non è escluso che vi abbiano nascosto dei tesori. Secondo altri, il parroco semplicemente si arricchì vendendo messe, ma un banale calcolo dimostra matematicamente l’impossibilità pratica di tale tesi.
Fra le “stravaganze” fatte realizzare dal parroco nella chiesa di Rennes, oltre alla statua del demone Asmoideo, ci sono: il pavimento a scacchiera di 64 caselle; un triangolo alternato con croci nel timpano, forse un’allusione ai rosacroce; il gruppo scultoreo di quattro angeli sopra la pila dell’acqua santa sostenuta da Asmoideo, con la scritta “con questo segno vincerai”. Alla destra dell’altare osservo una statua della Vergine che sorregge un bimbo, ma lo strano è che a sinistra c’è San Giuseppe che ne sorregge un altro: talvolta un’allusione al fatto che Gesù avesse avuto un fratello? E qui si ritorna al mistero delle due pergamene trovate dal parroco nella colonna dell’altare, contenenti forse rivoluzionarie rivelazioni sulla vita di Gesù, che avrebbero potuto mettere in pericolo le dottrine stesse della Chiesa. Il via Crucis, poi, si svolge stranamente in senso sinistrorso. Osservando con un po’ d’attenzione, non sfuggono le statue di Santi che formano un percorso particolare. C’è Santa Germana da Pibrac, San Rocco col cane, ma con la ferita sulla gamba destra anziché sulla sinistra, Sant’ Antonio Abate e di fronte Sant’Antonio da Padova, ed infine San Luca. E’ curioso notare che le iniziali di questi Santi formino la parola GRAAL, e che, unendo con una linea immaginaria le statue, si ottenga una M. Coincidenza? Ma non basta. Dietro la statua della Maddalena vi è una vetrata policroma che, illuminata dal sole a mezzogiorno del 17 gennaio, proietta l’immagine di un albero nel punto di colmo dell’immaginaria M. La torre della Maddalena ha poi 22 scale e 22 merli: avrà qualche significato occulto questo numero? Decisamente Sauniere ha una certa “mania” per la Maddalena.
La governante-compagna di Sunniere promise, quando questi morì, che avrebbe svelato il segreto prima che anch’essa morisse, e più volte alluse al fatto che Rennes-le-Chateau sorgesse sopra un tesoro incalcolabile. Sfortunatamente, agli ottantacinque anni, fu colpita da una trombosi che la incapacitò ad esprimersi.
Le domande rimangono, dunque, sospese nell’aria, ed i misteri di Rennes-le-Chateau resteranno probabilmente tali per sempre.
Ma mentre mi allontano da Rennes le Chateau, qualcosa, non so bene cosa, continua a turbare la mia mente.
Bruno Pavan
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Bruno Pavan, Viaggiatore, fotografo, giornalista. Ha collaborato con riviste di viaggio di tutto il mondo , Mondo che ha girato più volte, riportando storie, immagini e sensazioni straordinarie… Vive a Maresca, In provincia di Pistoia.
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